AEROSMITH
I DON'T WONT TO MISS A THING
of Diane Warren Ed. EMI Mueic Publishing Italia
-Mllano
I could stay aweke just to hear
[you breathing watch you smile while you are
[sleeping while you're far away and
[dreaming I could spend my life in this(sweet surrender I could stay lost
in this moment
[forever every moment spent with you is[a moment I treasure.
Don't wanne close my eyes don’t wsnna fall asleep coz I'd miss you baby
and I don’t wanna miss a thing coz even when I dream at you the sweetest
dream would never
[co I’d still miss you baby and I don't wanna miss a thing. Laying close
to you feeling your heart beating Rnd I’m wandering what you’re[dreaming
wondering it it’s me you’re
[seeing ',hen I kiss your eyes snd thank God we're together I just want
to stay with you in
[this moment forever 'orever and ever. Don’t warms close my eyes don’t
warms fall asleep coz I’d miss you baby tnd I don’t wanna miss a thing
coz even when I dream of you ;he sweetest dream would nevefdn I’d still
miss you baby and I don’t wanna miss a thing. I don’t wsnna miss one smile
I don’t wanna miss one kiss I just wanna be whith you right here with
you just like this I lust wanna hold you close feel your heart so close
to mine and fust stay here in this [moment for all the rest of time baby,
baby. Oon't wanna close my eyes don’t wanna fall asleep ‘coz I'd miss
you baby and I don’t wanna miss a thing ‘coz even when I dream of you
the sweetest dream would never[do I’d still miss you baby and I don't
wanna miss a thing.
NON VOGLIO PERDERE NIENTE
Potrei restare sveglia soltanto per sentirti respirare
guardarti sorridere mentre stai dormendo
mentre tu sei lontano e stai sognando
patrei passare la vita in questa dolce resa
potrei restare perduta in questo attimo per sempre
ogni momento che trascorro con te è un momento di cui faccio tesoro.
Non voglio chiudere gli occhi
non voglio addormentarmi
perchè mi mancheresti caro
e mi chiedo cosa stai sognando
perchè anche quando sogno di te
il sogno piu dolce non sarebbe abbastanza
mi mancheresti ancora
e non voglio perdere niente.Giacere vicino a te
sentire il tuo cuore che batte
e mi chiedo che cosa tu stia sognando
mi chiedo se sono io che stai vedendo
poi bacio i tuoi occhi
e grazie a Dio siamo insieme
voglio soltanto stare con te In questo attimo per sempre
per sempre e sempre.
Non voglio chiudere gli occhi
non voglio ad dormentarmi
perchè mi mancheresti caro
e non voglio perdere niente
perchè anche quando sogno di te
il sogno piu dolce non sarebbe abbastanza i mi mancheresti ancora
e non voglio perdere niente.Non voglio perdere un sorriso
non voglio perdere un bacio
voglio soltanto stare con te
proprio qui dove ti piace
voglio soltanto tenerti stretto
sentire II tuo cuore vicino al mio
e restare qui in quest’attimo per il resto del tempo
caro, caro.
Non voglio chiudere gli occhi
non voglio addormentarmi
perchè mi mancheresti caro
e non voglio perdere niente
perchè anche quando sogno di te
il sogno piu dolce non sarebbe abbastanza
mi mancheresti ancora caro
e non voglio perdere niente.
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AEROSMITH
- e artisti vari- Armageddon.
Dopo il successo del singolo "I don't want to miss a thing"
ecco la colonna sonora del film (Columbia/Sony) |
13/9
19/9
1998
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Posizione in classifica
Precedente posizione
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classifica
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AEROSMITH - e artisti
vari- Armageddon.
Dopo il successo del singolo "I don't want to miss a thing"
ecco la colonna sonora del film (Columbia/Sony) |
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AEROSMITH - e artisti
vari- Armageddon.
Dopo il successo del singolo "I don't want to miss a thing"
ecco la colonna sonora del film (Columbia/Sony) |
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AEROSMITH - A little
south of sanity.
Doppio album dal vivo registrato durante le ultime tournèe
del gruppo (Geffen Records/Universal) |
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1998
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AEROSMITH - e artisti
vari- Armageddon.
Dopo il successo del singolo "I don't want to miss a thing"
ecco la colonna sonora del film (Columbia/Sony) |
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AEROSMITH - A little
south of sanity.
Doppio album dal vivo registrato durante le ultime tournèe
del gruppo (Geffen Records/Universal) |
22/11
28/11
1998
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AEROSMITH - e artisti
vari- Armageddon.
Dopo il successo del singolo "I don't want to miss a thing"
ecco la colonna sonora del film (Columbia/Sony) |
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AEROSMITH - A little
south of sanity.
Doppio album dal vivo registrato durante le ultime tournèe
del gruppo (Geffen Records/Universal) |
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AEROSMITH - e artisti
vari- Armageddon.
Dopo il successo del singolo "I don't want to miss a thing"
ecco la colonna sonora del film (Columbia/Sony) |
18/10
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AEROSMITH - A little
south of sanity.
Doppio album dal vivo registrato durante le ultime tournèe
del gruppo (Geffen Records/Universal) |
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1998
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AEROSMITH - e artisti
vari- Armageddon.
Dopo il successo del singolo "I don't want to miss a thing"
ecco la colonna sonora del film (Columbia/Sony) |
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AEROSMITH - A little
south of sanity.
Doppio album dal vivo registrato durante le ultime tournèe
del gruppo (Geffen Records/Universal) |
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1998
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AEROSMITH - e artisti
vari- Armageddon.
Dopo il successo del singolo "I don't want to miss a thing"
ecco la colonna sonora del film (Columbia/Sony) |
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AEROSMITH - A little
south of sanity.
Doppio album dal vivo registrato durante le ultime tournèe
del gruppo (Geffen Records/Universal) |
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1998
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AEROSMITH - e artisti
vari- Armageddon.
Dopo il successo del singolo "I don't want to miss a thing"
ecco la colonna sonora del film (Columbia/Sony) |
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1998
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AEROSMITH - A little
south of sanity.
Doppio album dal vivo registrato durante le ultime tournèe
del gruppo (Geffen Records/Universal) |
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1999
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AEROSMITH - e artisti
vari- Armageddon.
Dopo il successo del singolo "I don't want to miss a thing"
ecco la colonna sonora del film (Columbia/Sony) |
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1998
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AEROSMITH - A little
south of sanity.
Doppio album dal vivo registrato durante le ultime tournèe
del gruppo (Geffen Records/Universal) |
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AEROSMITH - e artisti
vari- Armageddon.
Dopo il successo del singolo "I don't want to miss a thing"
ecco la colonna sonora del film (Columbia/Sony) |
22/11
28/11
1998
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AEROSMITH - A little
south of sanity.
Doppio album dal vivo registrato durante le ultime tournèe
del gruppo (Geffen Records/Universal) |
17/1
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1999
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Rapporto
dell’Onu: il pianeta diventera rovente. La fine della barriera corallina
Effetto
serra? Sarà peggio del previsto
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ROMA - Peggio del previsto. Questa la conclusione,
amara e disincantata, che emerge dallo studio del Comitato intergovernativo
sui cambiamenti climatici, patrocinato dalle Nazioni Unite e reso
noto ieri. Si dimostrano, una volta per tutte, le colpe dell’uomo
e si pronostica un innalzamento della temperatura terrestre ancora
piu spiccato di quanto si poteva temere: un aumento da 0,6 a quasi
5,6 gradi Celsius, con un’e-scursione da 0,5 a 2,4 gradi Celsius
in più rispetto alle previsioni del 1995. Oggi, si legge
nello studio, «ci sono prove ancora più chiare» dell’influenza
umana sul clima ed è probabile che i gas ad effetto serra
im-messi dall’uomo sull’atmosfera «abbiano già sostanzialmente
contribuito al riscaldamento osservato negli ultimi 50 anni». Il
pianeta è destinato a diventare ancora più rovente
di quanto si im-maginava nel ’95, dunque: una stima aggravata anche
- si legge nel rapporto - dall’influenza ridotta rispetto a quanta
si attendeva delle emissioni
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di solfato
da parte dell’industria e degli impianti energetici. Si prevede infatti
che tali emissioni, che ten-dono ad avere un effetto di raffreddamento,
subiranno un calo drastico nei Paesi industrializzati in ragione di
altre motivazioni ambientali. «La relazione dice chiaramente che -
sostiene Kevin Trenberth, capo della sezione analisi climatica del
Centro nazionale per la ricerca atmosferica - il riscaldamento globale
è un problema reale e che .dobbiamo tenere in conto nei nostri
piani». Con il protocollo di Kyoto, stipulato nel 1990, le nazioni
industrializzate ave-vano deciso di tornare a un livello di emissioni
a effetto serra (soprattutto anidride carbonica prodotta dai com-bustibili
fossili) pari a quello del 1990. Perchè questo protocollo entri
in vigore è però necessaria una ratifica da parte di
almeno 55 firmatari che abbiano prodotto nel 1990 il 55 per cento
delle emissioni nocive. Cosa che non è ancora avvenuta. Cosi,
negli Stati Uniti nell’Unione europea hanno ancora ratificato quel
protocollo. I gas regolamentati, quelli «sotto accusa», sono sei:
l’anidride carbonica, il gas che esce soprattutto dai camini delle
industrie; il |
metano, le cui emissioni provengono soprattutto
dal settore agricolo, dalle deiezioni animali e dalle discariche
di rifiuti; il protossido di azoto, di cui è responsabile
ancora l’agricoltura; il perfluorocarburo, un gas utilizzato per
la refrigerazione; l’idrofluorocarburo, responsabile dell’assottigliamento
dello strato di ozono, che serve per refrigerazione e condizionamento,
l’esafluoruro di zolfo, usato in vari comparti industriali. Intanto,
mentre le previsioni si tingono ancora più di nero, il pianeta
va incontro a mutamenti climatici e ambientali incontrovertibili.
Un esempio fra i tanti: la barriera corallina, che risale a 600
milioni di anni fa ed è sopravvissuta alle ere e alle glaciazioni,
potrebbe scomparire entro vent’anni. Gli scienziati avvertono: il
riscaldamento del mare la uccidera.
27/10/2000
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C'è
un potenziale assassino in questo mondo, ed è anche molto crudele.
Sta uccidendo la sua vittima a poco a poco, infliggendole ferite sempre
più mortali. Quell'assassino si chiama "uomo" e la sua
vittima si chiama terra. Ma quel che è più grave, il suo
omicidio rischia di diventare un suicidio collettivo. Di tutti voi. Di
tutti noi. Ricordatelo, prima che sia troppo tardi.
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APERTO VENERDI
E SABATO DALLE 21.30
Dove la notte incontra se stessa
Dove la notte non è più la stessa
Ingresso riservato
ai tesserati ARCI
P.zza Repubblica 13
Montecchio C. (RE)
Tel. 0522 866934
infoline 0347 9384910
0347 6608846
designed by Ivan Bocchi
Tel. 0521 877182
Salviamo la Terra ARMAGEDDON
Andiamo a salvare la terra Regia: Michael Bay; sce-neggiatura:
J. Hensleigh, J.J. Abrams; fotografia: John Schwartzman. Interpreti: Bruce
Willis, Ben Aff leek, Liv Tyler, Billy Bob Thornton, Will Patton.
Produzione: Touchstone; distribuzione: Buena Vista.
Fantascienza, Usa 1998, du-rata 150’.
Aviate visto Deep Impact, Con, Air, Dhe Rock,
la serie Die hard? Allora avete già
visto anche Armageddon che prende dall’uno e dall’altro per riproporre
la paura di fronte ad una minaccia incontrollabile ed il coraggio dell’uomo
che agisce con l'intelligenza e non con l'istinto. La battuta chiave del
film è affidata a Bruce Willis, chiamato a guidare "una sporca dozzina"
che agisce come un «mucchio selvaggio»: «Ragazzi, il governo degli Stati
Uniti ci ha chiesto di salvare il mondo "chi non ci sta lo dice subito".
Ed è una frase che la dice lunga sull’ironia che fa da guirla a tutto
il racconto che, altrimenti, si ridurrebbe appunto ad una replica tutta
tecnica e poco sentimento( nonostante la storiella d'amore che ha come
protagonista la bella Liv Tyler,ficlanzata con l’aspirante «salvatore
del mando» Ben Affleck all'insaputa del padre Bruce Willis). Due ore e
mezzo forse sono troppe per un film dalla sceneggiatura abbastanza scontata
e prevedibile: un meteorite sta per schiantarsi sulla Terra, come fermarlo
prima che pro- vochi danni irreparabili!! L'unica soluzione è mandare
nello spazio un manipolo, di ardimentosi che lo facciano esplodere lontano
dall’atmosfera terrestre e per questo viene assortita una incomparabile
squadra che in pochi giorni -grazie tra l'altro alla promessa di non pagare
mai piu le tasse: in Italia probabilmente Visco si sarebbe opposto e avrebbe
dato il benvenuto al meteorite...- in una settimana supera l'addestramento
che agli astronauti di professione costa qualche anno di sacrifici. Potete
immaginare come andrà a finire: la Terra sarà salva, qualche
coraggioso ci lascerà la pelle, altri torneranno per raccontare
ai nipoti la grande avventura. Montaggio a ritmi vertiginosi ed alcuni
effetti speciali (ad esempio la distruzione di Manhattan) davvero spettacolari.
09/05/1998
STATI UNITI
Allarme: crisi idrica nel 2025
WASHINGTON - Dagli Stati Uniti, un segnale d’allarme
per l’acqua potabile: nel 2025, circa la metà della popolazione
mondiale avra problemi d’approvvigionamento idrico, se l’uomo continuerà
ad usare più acqua di quella che la Terra può fornire. Un
rapporto dell’Istituto delle risorse mondiali, presentato a un convegno
di giornalisti specializzati a East Lansing, nel Michigan, indica che
i sistemi d'aprovvigionamento in acqua potabile si stanno degradando in
tutto il mondo. La situazione mondiale non è, e non sara nel 2025,
omogenea: ci sono zone in cui I’acqua è abbondante, rispetto alla
popolazione, ma già ora quattro uomini su dieci vivono in zone
dove l’acqua scarseggia. E solo l’un per cento dell’acqua sulla Terra
è potabile.
23/10/2000
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Eric Clapton
Cocaine
di J.J. Cale
Ed. Gruppa Intersang - Milano
If you want to hang out
you gotta take out
Cocaine
If you want to get down
down on the ground
Cocaine
If you got had news
you want to kick them blues
Cocaine
She don't lie, she don't lie, she don't lie
Cocaine
If you thing is gone
and you want to ride on
Cocaine
Don't forget this fact
you can't get back
Cocaine
She don't lie, she don't lie, she don't lie
Cocaine
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Un Eric Clapton in gran forma: elegante,
semplice, gradevolmente fluido, il chitarrista rock appare quasi
inappuntabile in questo LP che si intitola "Slowhand"
(lo chiamavano così, "mano lenta") dal quale è
stato tratto anche un 45, "Cocaine" e "Lay down Sally",
che sono, forse, anche i due brani migliori dell'album per la loro
limpidezza di impostazione e di esecuzione;: da segnalare "The
core".
30-3-'78
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ERIC CLAPTON
Behind the sun
(Wea 925166)
Quarant'anni, un passato glorioso, Eric Clapton continua a fare
concerti e a incidere dischi con piglio del ragazzino. Per "Behind
the sun" al chitarrista si sono uniti Phil Collins, nel ruolo
di produttore e batterista, e un manipolo di ottimi musicisti, molto
dei quali abbiamo già ascoltati con lui in Italia. "Behind
the sun" non ha formule particolari, mostra solo la classe
di un maestro della chitarra alle prese con il suo rock-blues. Sfiorando
in qualche occasione l'autocitazione. Clapton ha realizzato un album
di ottimo livello con pezzi originali e la riproposta di classici
come "Knock on wood". Oltre a "Forever man"
(con video realizzato allo scopo), i tre brani che chiudono l'album,
"Never make you cry", "Just like a prisoner"
e "Behind the sun" sono un piccolo manuale della chitarra.
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WORLD OF MONDO CONSIGLIA
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Nell'ideale
nastroteca del buon ascoltatore di musica leggera non può mancare
"Best of the doobies", una raccolta dei maggiori successi anni
'70 dei Doobie Brothers, band californiana di hard pop il cui
suono si poggia su tre chitarre e due batterie. In «Best of
the doobies" il piacere delle sferzanti chitarre di «China groove",
il ritmo incalzante di "Long train runnin", la lunga ballata
di "South city midnight lady", il richiamo continuo di
"Listen to the music" (all the time), il dolce pizzicare
di "Black water". "Best ofthe doobies" invita il nastro
a girare soprattutto durante il giorno tra un viale sgombro
dal traffico e un passaggio ad un incrocio con semaforo verde.
Sempre dei Doobies "Minute by minute", un album del 1978,
il cui suono si addolcisce nei contenuti e si impreziosisce
nella leggerezza con cui le note adagiano l'ascoltatore ad un
comodo riposo dopo una faticosa giornata di lavoro. Il termine
"doobie" in slang significa spinello. |
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Molte rockstar in
crisi d'identità. Colpa della mucca pazza?
ROCK AROUND THE BLOCK Tante novità, tutte sorprendenti
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Anche il rock sembra
impazzito di fronte all'incalzare di avvenimenti catastrofici
per l'umanità, come l'effetto serra e il morbo della mucca pazza,
per non dimenticare I' afta epizootica e I T ondata dei giovani
killer. In mezzo a tutto ciò le rockstar sono state prese in
contropiede e reagiscono con annunci e novità discografiche
a sorpresa che non mancheranno di provocare un terremoto musicale
senza precedenti, Michael Jackson per esempio, dopo aver scopiazzato
da Al Bano "I cigni di Balaka", pare intenzionato ad insistere
per quella strada e, a corto di ispirazione, per il suo prossimo
album solista, si avvarrà della collaborazione di Nicola di
Bari e di Peppino di Capri. Michael Jackson terrà molto presto
una conferenza stampa per spiegare le sue motivazioni e in I
questo non si è voluto smentire: la conferenza si terrà in un
asilo nido. Il reverendo Manson non gli è da meno: «Sono alle
prese con una seria crisi interiore" si legge in un suo comunicato
«E sono stanco della musica che faccio: i miei prossimi brani
saranno un rifacimento dei migliori successi di John Denver,
uno dei maestri del country americano". Manson non si è fermato
qui: convinto di avere profondamente peccato ha chiamato un
folto gruppo di parroci di provincia a confessarlo. Pare che
la faccenda non si risolverà nell'arco di una giornata; per
questo ha cancellato i suoi impegni da qui ai prossimi 6/7 mesi.
«Dopo" si legge ancora nel comunicato stampa "andrò in una clinica
specializzata per rifarmi il volto: ho sempre voluto assomigliare
a Clark Gable: per adesso di lui ho solo il suo sguardo magnetico".
Di tutt'altro parere Eminem, il rapper bianco che odia gli omosessuali:
è disposto ad affrontarli tutti a viso aperto e ha già chiesto
ad una comunità gay di essere ospitato per almeno un mese. |
Dopo si vedrà. Da indiscrezioni si è saputo che nella comunità
gay ascoltano solo musica blues. Si sciolgono invece gli U2,
sembra per motivi umanitari: mentre i fans sono in preda allo
sconforto e al dolore, Bono spiega le ragioni del suo abbandono:
«Molto presto partirò in tour con Jovanotti nei pa~si che
vantano un credito nei confronti dell'ltalia. A loro e a chi
ci seguirà urleremo all'unisono: «Cancella il debito, cancella
il debito". The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen però non
staranno con le mani in mano e da ora in poi si faranno chiamare
semplicemente U3. Difficoltà per Luciano Ligabue che entro
la fine dell'anno dovrà scrivere una canzone ancora in onore
di un altro idolo del calcio. Berlusconi ha invocato la par
condicio, il marchio depositato dalla Scalfaro and Company
per cui il Liga, dopo «Una vita da mediano", struggente brano
dedicato a "Lele" Oriali, dovrà comporre un "epitaffio" musicale
al grande Franco Baresi, bandiera del Milan stellare degli
anni '80 e '90. Frizioni solo sul titolo della canzone: Berlusconi
vorrebbe che si intitolasse "C' è solo Franco Baresi" mentre
il Liga è più orientato per «Sei solo Franco Baresi", da buon
interi sta.
Se l'universo del rock splende ancora, molte delle sue luci
sono sulla via del cambiamento: chissà se ci sarà sempre gloria
e ascolto per tutti, Starà a voi decidere se schiacciare il
tasto «play" o il tasto «erase" che altri non è che il tasto
«rec".
1/4/2002
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EAGLES
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-EAGLES-
Sono tornati anche loro, a quindici
anni di distanza dalle ultime esibizoni dal vivo. EAGLE hanno
chiesto tanti di quei soldi che in Italia nessuno se l'è sentita
di farli suonare. "Pecu nia non olet" è stato l'album che ha segnato
il ritorno delle listening di stampo californiano e pertanto fa
dimenticare ran cori, diversità, idiosincrasie, perfino odii se
dimenticati nel tempo. Hell Freezers Over è pischelli di primo
pelo. Molta dell'immortalità" della loro musica o della pochezza
di "Aquile" ,dei cinque portabandiera dell'easy è quella attuale?
Nei Seventies hanno venduto più loro del resto della California,
per farla finita all'inizio degli '80 e vivere di rendita. Poi
come succede a molti altri, tornare, quando si avvicina l'età
della pensione con inaspettate esecuzioni dei "vecchi" brani rimessi
in circolazione, non più giovanissimi con qualche ruga in più
ed i capelli corti sono gli unici segni di diver sità dal passato.
Che non è sembrato molto lontano quando hanno intonato "Hotel
Ca lifornia ", "Take It Easy", "Desperado", "One Of These Nights",
risvegliando antichi ricordi in più d'uno. Anzi, in molte migliaia
perchè il loro tour mondiale ha fatto il tutto esaurito ovunque
e non c'erano solo vecchi ZURIGO Le Aquile fricchettoni imbolsiti
ma anche un bel po' di quegli scandali che volevano estinte dal
loro successo.
Comunque bentornati.
Febbraio 1997
|
Successo a Zurigo
dei grandi «Eagles»
ZURIGO
Le Aquile sono tornate a volare alto, oltre
quegli scandali, quei dissapori, quelle asperità che le vo levano
estinte dal loro stesso successo. L'altro ieri sono planate sotto
il cielo di Zurigo e per i 12 mila dell'Hal lenstadion è stata una
serata indimenticabile! ebbra di nostalgia ma anche di grande musica,
adagiata sul crinale di quel soffice country rock che costituisce
da sempre un inimitabile marchio di qualità. Cosa hanno da raccontare
gli Eagles in quest'ultimo scorcio di anni Novanta? Poco probabilmente
ma se il loro tour diventa: l'evento musicale dell'anno collezzionando
nella sola Londra ben due «sold Out» allo stadio di Wembler, un
motivo ci dovrà pur essere. Basta abbandonarsi ai bnvidi di «Hotel
California», col- locata con un «cup the theatre» proprio in finitura
di spettacolo per rendersene conto. Tra la sabbia e i ricordi di
quel deserto in tempesta vagheggiato da una scenografia nuda con
decorate torri di cartapesta, la memoria scivola lontano cancellando
certi ricordi di vita spericolata come i festini di droga e alcool
del batterista Don Henley o le avventure dell'intera band tra le
lenzuola delle coll girls di HeiQy Fleiss per recuperare le suggestioni
di un tempo, aiutata in questo da un suono perfetto anche suli parquet
di un veccho velodromo come quello del capoluogo svizzero. Venti
anni dopo «Hotel California» l'avventura degli Eagles continua nei
nuovi pezzi composti nel 1994 per l'~lbumdella riconciliazione «Hell
Freezes Over» propongono la sola «Love Will Keep Us Alive», ma dal
passato attingono a piene mani scivolando da «Victim of Love» ad
«d Can't tell you», da «Tequila Surnise», a «Wait Time», «One of
A Tlùs Nights», «New Kid in Town» e moltissime altre. Ma soprattutto
nella seconda parte dello spettacolo l'impronta delle singole carriere
solistiche si fa pensante, affiancando «You Belong To The City»
e «The Heat Is Oro», di Glenn Frey a «The Boys of Summer» e «The
Heart of the Matter» di Don Henley, anche se lo spazio maggiore
è sicuramente l'istrionico Joe Walsh a ritargliarselo con brani
tipo «Help Me Through The Night», «Lifès Been Good» o una reggaeggiante
«Ordinary Average Guys».
01/08/1996
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DONALD
FAGEN
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A bordo della
Kamakiri, per sondare l'i- gnoto del nuovo millennio.
Un mezzo di loco- mozione tecnologicamente avanzato,
con una fattoria biologica interna e un collega- mento
con il Teleologic Routing Satellite. Lui, novello Virgilio
del Duemila, sgomma sull'asfalto della cupa metropoli
di Splits- ville (nel brano Countermoon), riannoda i
fili della memoria nelle strade di Funway (Springtime),
si infila a passo d'uomo nella città della Depressione
(Snowbound), acca- rezza amori passeggeri (Florida Room).
L'autoradio, intanto, diffonde suoni soft, che amoreggiano
col funky e col jazz. Donald Fagen ama i romanzi di
science- fiction e di fantascienza: pagine lette, rilet-
te, assimilate e trasformate nella musica di Kamakiriad.
«Quei libri mi appassionavano da bambino e ancora oggi
mi piace legger- li. Soprattutto le storie scritte tra
la fine de- gli Anni 50 e i primi '60. La "science-fiction"
consente di trattare argomenti concreti, mantenendo
però una prospettiva distacca- ta rispetto alla realtà.
E allora mi sono chie- sto: perche non farne un disco?".
|
Con Kamakiriad, l'ex cantante
e tastieri- sta degli Steely Dan (la band americana
che dai '72 al 1'80 realizzò sette dischi di «fusio-
ne. tra rock e jazz) approda al secondo album solista
a undici anni da The Nightfly. Una latitanza da record,
dovuta a tutta una serie di motivazioni: «Per realizzare
The Nightfly avevo investito l'intero patrimonio delle
mie conoscenze musicali, intrapren- dendo una sorta
di viaggio nella mia ado- lescenza: quando lo swing,
Thelonius Monk, Miles Davis e John Coltrane erano la
colonna sonora delle mie giornate. Do- po di che, il
cosiddetto "blocco dello scrit- tore". Il nuovo punto
di partenza sarebbe avvenuto solo quando mi fossi scoperto
musicalmente "adulto", capace di muover- mi sulle mie
gambe senza dovere a tutti i costi attingere al passato».
Da The Nightfly a Kamakiriad ci sono sta- te musiche
per spettacoli teatrali (Gospel Ar Colonus), per film
(Bright Ughts, Big Ci- ty) e una collaborazione come
recensore sulla rivista cinematografica Première a iro-
nizzare sulle colonne sonore «tutte mortal- mente uguali,
schiave dell'eleNronica»). Fagen, insomma, si è dato
da fare su più fronti, fino allo «sblocco» di Kamakiriad,
prodotto Walter Becker, il compagno d'avventura negli
Steely Dan: «Nel suo in- treccio futuribile, nuovo album
una me
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tafora
della mia vita e, più in generale, della vita di ognuno
di noi. Dal punto di vista mu- sicale ho semplificato
le armonie e arricchi- to la componente ritmica. A chi
mi incolpa di aver confezionato un Nightfly 2, rispondo
che rubo solo a me stesso. Non mi ritengo un innovatore
e non mi sentirei a mio agio nei panni del musicista che
rompe con la tra- dizione. Riproporre un certo tipo di
suoni un- dici anni dopo ha una sua continuità logica».
Ombrosa e schiva antistar, Donald Fagen intende, entro
l'estate, far rivivere gli Stee- Iy Dan: "Walter Becker
e io stiamo organiz- zando un tour con nuovi musicisti,
che toc- cherà gli Usa, il Giappone e I'Europa. L:a no-
stra etic,IJetta discografica vorrebbe che per l'occasione
rispolverassimo il nostro mar- chio, ma io sarei più propenso
per un sem- plice "Becker & Fagen". Oltre al repertorio
Steely Dan, proporremo i miei due album so- listi e il
disco che Walter sta ultimando pro- prio in questi giorni.
Chissà, alla fine potreb- be uscirne un album live. Saranno
i nostri primi, veri concerti, dal momento che la no-
stra attività dal vivo si esaurì nel biennio '73-'74,
e per giunta come supporter di grup- pi hard rock». Un
appuntamento che IIsarà anche italiano, previ sto per
il prossimo autunno.
Luglio 1993 |
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Con voi nel tour ci sono Chester Thompsons alla batteria
e Daryl Stuermer alla chitarra: avete mai pensato di aumentare
il numero dei componenti della band?
Tony: "No, veramente no. Non abbiamo mai sen tito la
necessità di altri musicisti.. C'erano solo un paio di canzoni
in Abacab dove abbiamo impiegato altri collaboratori, ma non
è nostra abitudine. Potremmo certamente impiegare altri coristi
perchè nessu no di noi è il massimo nell' armonizzare. Aumentare
il numero dei partecipanti fa troppo showbusiness e non è
questo quello che la gente si aspetta di Genesis".
Perchè un gruppo rock ha bisogno di agganciarsi ad una compagnia
automobilistica?
Mike: "Non so se un gruppo rock... Siamo un gruppo
rock? La ragione è avere la possibilità di metter su un spettacolo
più grande e migliore. Serve anche a contenere i prezzi dei
biglietti. Ci siamo messi con la Volkswagen come sponsor perchè
non pretendono troppo da noi. Forse useranno una nostra canzone
per la pubblicità...".
Non vi disturba l'effetto che hanno le automobili sull'ambiente?
Phil:"Certamente, ma sappiamo che la Volkswagen si
preoccupa veramente di quest'aspetto ed è coscien te dei problemi
ecologici".
In che modo siete stati coinvolti nel progettare la la parte
più strettamente spettacolare dello show?
Tony: "In modo consistente, perche è importante. Non
tanto quanto il sound, certamente, ma importante per l'intera
confezione dello show. Dobbiamo sapere quale effetto vogliamo
raggiungere e anche come. Di solito non scendiamo nei dettagli
tecnici, perchè ci affidiamo a gente esperta".
Avete mai avuto problemi per decidere quale musica suonare?
Phil: "No, il nostro problema è sempre stato cosa non
suonare dal vivo. Sappiamo qual'è il fulcro usuale del nostro
pubblico e ci sono cose che veramente non possono esere evitate.La
vera faccenda è cosa tralasciare, non cosa includere".
Non avete mai pensato di includere dei brani dei vostri repertori
solisti in un concerto dei Genesis?
Tony: "No, mai; non lo faremo mai. Abbiamo abbastanza
musica a disposizione come gruppo e il repertorio solista
è qualcosa di estraneo alla band. Quando i Genesis Sono in
tour è la band che suona".
Il tre se ne vanno: Sono "carichi" e pronti a scatenare gli
applausi del pubblico, e non solo -come dicono loro -dei fans.
di Scott Sterling -Wilder luglio
'98
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GENESIS
il
concerto che non avvenne mai
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GEORGE HARRISON
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All Things Must Pass è la riedizione
"aggiornata" in un mini cofanetto del triplo disco solista
che Harrison fece uscire nel 1970, subito dopo lo scioglimento
dei Beatles. |
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Non
fui mai forte nella tecnica; in giro c' erano sempre chitarristi
migliori di me. Io non ho mai avuto pazienza; Dio solo sa come
io sia riuscito a combinare qualcosa. Da ragazzino mi esercitavo,
ma non stavo li seduto per delle ore. Non ero così appassionato"(da
The Beatles Anthology). Eppure la vocazione doveva essere forte:
provate a leggere la descrizione tragicomica di come il piccolo
George provò a costruirsi da se una chitarra usando del compensato,
tentativo miseramente fallito quando cercò di tirare le corde
e l'aggeggio andò in pezzi. Il Quiet Beatle, timido e silenzioso,
possiede uno spiccato senso dell'umorismo. Delle Spice Girls
ha detto: «La cosa buona è che le puoi guardare tenendo il volume
abbassato». Oggi nella riedizione in mini-cofanetto del suo
triplo album del 1970, All Things Must Pass, George si diverte
a modernizzare la copertina: dietro il prato sui cui sta seduto
circondato da gnomi si ergono cupe ciminiere e grattacieli minacciosi.
"Se non ve ne foste già accorti, il nostro pianeta è stato cementificato
a una velocità incredibile. Speriamo che fra trent'anni non
dovremo aggiungere il Pianeta Terra alla lista dei R.I.P.".
Come Beatle dovette aspettare il 1969 e Abbey Road per avere
un suo singolo: per Frank Sinatra "Something" era una delle
canzoni d'amore più belle del mondo. Quando il gruppo si sciolse,
nel 1970 fu il primo ad uscire con un album solista e ad avere
un singolo al numero 1 con "My Sweet Lord" (così simile a "He
Is So Fine" delle Chiffons che George perse la causa per plagio).
Parti di All Things Must Pass vennero incise su demo già nel
1969 durante le sessioni di Let It Be: "Cercavo di registrarle
tra la solita roba di John e Paul", dice Harrison. Lo scioglimento
dei Beatles gli permise finalmente di registrare il materiale
che aveva accumulato nel corso degli anni. Questo trentennale
fa riemergere canzoni straordinarie. Riascoltare All Things
Must Pass oggi è una sopresa che commuove: perla bellezza poetica,
per l'appeal (alcuni brani sono davvero "catchy"), per gli spunti
infinitamente attuali sulla sterminata progenie musicale dei
Beatles che oggi affolla le classifiche. Ma vuoi vedere che
non è solo di Paul e John quello che luccica? Ascoltate "Let
It Down" e capirete perchè gli Oasis hanno fatto "Wonderwall"
(come l'album strumentale di Harrison). Ma per il Timido George
gli Oasis sono "immondizia egocentrica" e anche per gli altri
non ha parole tenere: "Quello che mi irrita della musica moderna
è che si basa sull'io. Prendete Bono e la sua band: sono così
egocentrici! L'unica cosa importante è vendere e fare soldi.
Il talento non c'entra niente. I Beatles avevano un valore che
durerà per sempre».
marzo 2001 |
1943
- 2001 REMEMBER GEORGE HARRISON
SOMETHING
Something in the sky
he flies
Attracts me like no other singer
Something in the sky it takes
me
I don't want to leave you
now,
You know I belive and how.
Somewhere in his smile
I know
That I don't need no other singer
Something in his style
that shows me.
I don't want to leave you
now,
You know I belive and how
You're asking me will my tears
grow,
I don't know, I don't know.
I stick around now,it
my show,
I don't know,I don't know.
Something in the sky he flies
All all I have to do is think of you
Something in the songs he
gives me
I don't want to leave them
now,
I kown I belive and how. |
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Inaugurato da Yoko
Ono Ora a Liverpool l'aeroporto si chiama Lennon
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NOSTRO
SERVIZIO LONDRA -«Signore e signori, stiamo per atter
rare a Liverpool, aeropor to JohnLennon».. Da do mani
questo sarà l'annun cio dato a bordo degli ae rei in atterraggio
sulla pi sta di quello che un tempo fu il porto più importante
della Gran Bretagna. La città che ha dato i natali ai
Beatles ha deciso di rendere in questo modo omaggio al
suo figlio più famoso. .«A Leonardo da Vinci, a John F.
Kennedy, a Fiorello La Guardia e a Charles De Gaulle -ha
sottolineato pieno d'orgo, glio il presidente dello scalo,
Robert Hough -si aggiungerà il nome del più degno figlio
del Mer seyside». Un giusto tributo, vi sto che la Liverpool
d'og gi, tramontati i tempi dei grandi traffici marittimi,
deve la sua fama soprat tutto al più famoso grup po rock
del mondo. Il ri chiamo dei Beatles, di fatti, attrae
un turismo che rende alla città circa 20 milioni di sterline
al l'anno, 60 miliardi di lire. E fu proprio il suo ae
roporto, nato nel 1934, a essere il primo testimone del
trionfo dei Beatles. Lo si può vedere in un filmato del
1964: una fol la travolgente accoglie la discesa dei Beatles
dalla scaletta dell' aereo che li riconduce in Gran Bre
tagna (li ritorno dal loro viaggio trionfale negli Stati
Uniti. Madrina della cerimo nia, domani, sarà Yoko Ono,
la vedova di Len non, ucciso a New York nel 1980: «Mi
sono sen tita onorata quando ho avuto notizia della pro
posta della città di cui John è stato uno dei più grandi
uomini -ha detto -e sono convinta che Li verpool, attraverso
l'ae roporto dedicato a lui vedrà incrementare il numero
delle persone che verranno a tributare un omaggio alla
sua arte". E' possibile, dato che quello di Liverpool
è l'aeroporto che, con 2 milioni di passeggeri l'anno,
ha raggiunto il |
record europeo per l'aumento del traffico (il 52% in più
nell'ultimo anno). Del resto il business del turismo attrae
ormai quanto e più di qualsiasi altro business anche la
Gran Bretagna. Così, se Londra, dopo che ieri, quando,
partendo da Hyde Park, nelle sue strade sono sfilati più
di 70 mila gay per l'ormai ricorrente parata del "Mardi
Gras",
|
e dopo
che il suo sindaco, Ken Livingstone, ha deciso che
da settembre le coppie omosessuali e lesbiche saranno
ufficialmente riconosciute, intende proporsi come
capitale del mondo gay, sfidando San Francisco e
Sidney, Liverpool intende proclamarsi capitale della
musica pop. Chi da domani ci arriverà in volo potrà
vedere scritto sul nuovo terminal, costato 32 milioni
e mezzo di sterline, il logo : "Above us only sky",
le parole scritte da Lennon per "Imagine". E se
a Roma, ad accogliere i passeggeri, c'è una gigantesca
statua di Leonardo da Vinci, a Liverpool il benvenuto
verrà da un'altrettanto gigantesca statua, quella,
appunto, di John Lennon.
Neri Paoloni
01/07/2001 |
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I LIBRI DELLA MUSICA
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Le canzoni di John Lennon Di Riccar
do Russino, Editori Riuniti, 316 pagine, 35.000 lire.
A 20 anni dalla sua mor te, la figura e l'opera di Lennon
mantengono un fascino intatto. E i temi da lui affrontati,
come l'amore, la droga, l'impegno pacifista, resta no
d'attualità. Il volume presenta e analizza i brani scritti
da Lennon sen za i Beatles, compresi quelli inediti
a cui lavorava prima di essere ucciso.
Aprile 2001 |
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